Pubblichiamo questo articolo apparso su http://www.insidemarketing.it/ che riporta un’intervista fatta con il Prof Guido Di Fraia, Al Web UpDate 2014 Guido Di Fraia. L’ intervento di Guido Di Fraia al Web UpDate verterà sulla capacità delle aziende italiane nell’ utilizzare i social.
Guido di Fraia, professore associato in processi culturali alla Iulm di Milano, direttore scientifico del master in Social Media Marketing presso lo stesso Ateneo e curatore del volume “Social Media Marketing. Manuale di comunicazione aziendale 2.0″, parteciperà al Web UpDate 2014 in qualità di relatore, presso Città della Scienza a Napoli.
L’ intervento di Guido di Fraia al Web UpDate verterà sulla capacità delle aziende italiane nell’ utilizzare i social.
Di Fraia non è solo docente presso l’Università Iulm, ma si occupa da diverso tempo di attività di formazione anche presso aziende e PA. Una delle domande dell’ intervista realizzata da Web UpDate non poteva quindi non puntare anche al conoscere la sua opinione sull’importanza della formazione e dell’aggiornamento delle risorse umane per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. “In un momento di passaggio e di innovazione tecnologica come questo che stiamo vivendo la formazione rientra tra le risorse strategiche dell’azienda. È improbabile riuscire ad essere competitivi senza un continuo aggiornamento.“ spiega Di Fraia, che però nella sua risposta sottolinea anche come nelle aziende continui a mancare una reale comprensione di come usare la comunicazione sociale, spesso confusa come “comunicazione di massa”, senza puntare alla creazione di legami e al fare engagement.
L’ evoluzione delle aziende con il web 2.0 è tema del volume “Social Media Marketing. Manuale di comunicazione aziendale 2.0”. Guido Di Fraia, che ne è il curatore, spiega che c’è una grande frattura tra le aziende piccole, medie e grandi perché sono solo queste ultime che hanno trovato il modo giusto per usare i media social, e aggiunge: ”possiamo dire che un cambiamento sicuramente c’è stato ma è il grado di ricettività che è diverso. Vince chi evita di banalizzare la propria comunicazione e chi la prende sul serio. Ci sono ancora ad esempio contesti aziendali che aprono profili anziché pagine per la propria comunicazione“.
Molto interessante nell’intervista per Web UpDate è la risposta data da Guido di Fraia alla domanda “Attraverso quali strumenti è possibile monitorare i comportamenti degli utenti e analizzare le loro conversazioni sul web?“. Vale la pena riportare la sua risposta per intero: “Ci sono miliardi di strumenti con filosofie simili e costi diversi. Ma per semplificare posso ricordare tre grandi macro-categorie che servono per fare l’ ascolto della rete, ciò che si può definire “social media listening”. Si tratta dell’ascolto delle conversazioni negli spazi web che il soggetto non presidia. Spazi dove spesso si attesta la presenza di un influencer. Altro strumento è l’ ascolto della “social analityc” impostata più sulla misurazione che sull’ascolto. In tal caso si monitorano le performances dei contenuti comunicativi che il soggetto genera nei suoi spazi e si rileva poi l’ efficacia dei contenuti da questo prodotti. Nello specifico: se generano like, fanno engagement e se sono riutilizzati. Un terzo e ultimo ambito di ascolto molto diffuso nelle banche, nel farmaceutico e nelle pubbliche amministrazioni, sono gli ascolti relativi alla gestione di canali come fb o soprattutto Twitter ma sopratutto nel settore del “social care”: ossia gestione e cura del cliente.”
Importante è, infine, il consiglio indirizzato da Guido Di Fraia agli studenti che cercano occupazione in questo settore: studiare! “Questo è un settore ancora tutto da conquistare. Lo notiamo dall’Osservatorio che abbiamo istituito presso lo Iulm.“
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